lunedì 24 settembre 2018

IL SOGNATORE

Buonasera a tutti lettori, oggi ho intenzione di parlarvi di un libro di cui mi sono follemente innamorata, coloro che lo hanno letto hanno due opinioni totalmente contrastanti: c'è chi l'ha amato alla follia e chi non è riuscito ad arrivare neanche a cento pagine abbandonandolo senza l'intenzione di continuarlo. Sarà difficile discuterne e farvi capire quanto lo abbia apprezzato ma tenterò di comunicarvi l'amore che ho provato nei suoi confronti.

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TITOLO: Il sognatore
AUTRICE: Lainy Taylor
EDITORE: Fazi
COLLANA: Lain ya
PAGINE: 524
PREZZO: 14.50€
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟/5



TRAMA

È il sogno a scegliere il sognatore, e non il contrario: Lazlo Strange ne è sicuro, ma è anche assolutamente certo che il suo sogno sia destinato a non avverarsi mai. 
Orfano, allevato da monaci austeri che hanno cercato in tutti i modi di estirpare dalla sua mente il germe della fantasia, il piccolo Lazlo sembra destinato a un'esistenza anonima. 
Eppure il bambino rimane affascinato dai racconti confusi di un monaco anziano, racconti che parlano della città perduta di Pianto, caduta nell'oblio da duecento anni: ma quale evento inimmaginabile e terribile ha cancellato questo luogo mitico dalla memoria del mondo? 
I segreti della città leggendaria si trasformano per Lazlo in un'ossessione. 
Una volta diventato bibliotecario, il ragazzo alimenterà la sua sete di conoscenza con le storie contenute nei libri dimenticati della Grande Biblioteca, pur sapendo che il suo sogno più grande, ossia vedere la misteriosa Pianto con i propri occhi, rimarrà irrealizzato. 
Ma quando un eroe straniero, chiamato il Massacratore degli Dèi, e la sua delegazione di guerrieri si presentano alla biblioteca, per Strange il Sognatore si delinea l'opportunità di vivere un'avventura dalle premesse straordinarie.

RECENSIONE

"Lazlo non possedeva niente,
nemmeno una singola cosa,
ma sin dall'inizio le storie gli sembrarono
la sua personale riserva aurifera"

Il sognatore dopo un prologo che sembra voglia presagire un evento futuro alquanto cupo, inizia con la presentazione del nostro protagonista. 
Lazlo Strange è un orfano cresciuto in un monastero, un bambino senza nome presentatosi quando era solo un neonato dinanzi ai monaci che lo presero in custodia, il suo è un nome datogli da coloro che lo hanno allevato a causa di suoi determinati comportamenti che lo facevano apparire "strano". Lazlo non ha mai avuto una famiglia, una casa, o un qualsiasi cosa che potesse dire fosse di sua proprietà, ma quando da ragazzino quasi per caso si ritrovò catapultato dai corridoio silenziosi del monastero in una biblioteca munita di infiniti volumi, Lazlo capì che quello era un luogo che poteva chiamare casa, un luogo silenzioso ma al tempo stesso colmo delle voci di uomini passati. 

"Sbatteva contro i muri mentre camminava leggendo.
Orizzonti invece di libri.
Cavalcare invece di leggere.
Era tutta un'altra vita lì, ma non ci si poteva sbagliare.
Lazlo era ancora in tutto e per tutto
il sognatore che era sempre stato,
se non di più."

Iniziando a leggere ogni singolo libro presente in quella gigante stanza quasi mistica, il nostro protagonista è venuto a conoscenza - anche grazie ai racconti di un monaco - dell'esistenza o per meglio dire del mito rappresentato dalla città di Pianto. 
Un tempo si raccontava ci fossero dei mercenari che compiendo la strada da Zosma a Pianto facevano ritorno con oggetti particolarmente preziosi, ma quando nessun mercante fece più ritorno e a nessuno venne l'idea di avventurarsi in quella città, col passar degli anni e poi dei secoli essa stessa divenne solo un ricordo, un qualcosa di mistico e irreale. 
Lazlo però, in una città in cui nessuno ci crede è l'unico che inizia a documentare e a informarsi su quello che per lui diviene un sogno ad occhi aperti cominciando a scrivere una serie di libri che avranno come protagonista la stessa Pianto il cui vero nome è stato dimenticato da oltre due secoli. Grazie a scontrini, resoconti di viaggio, racconti e leggende che troverà nella biblioteca in cui inizierà a vivere il nostro protagonista imparerà anche la lingua degli abitanti di Pianto, sentendosi sempre più vicino ad un qualcosa che nessuno aveva mai visto e a cui nessuno pensava. 
Spesso le persone lo porteranno a ritornare con i piedi per terra ma quando un uomo chiamato "Il massacratore degli Dei" insieme ad un esiguo contingente di uomini e alla propria moglie si presenterà alle porta di Zosma chiedendo aiuto, Lazlo avrà la certezza che Pianto esiste ed è sempre esistita.

"Favolosa Pianto non più invisibile.
Dalla cima della Cuspide...una pista scendeva giù nel canyon
del fiume Uzumark, con il bianco delle ossa 
vetrificate che via via cedeva il passo alle rocce color miele
delle pareti dello strapiombo, di guglie e arcate naturali, e al verde
delle foreste, talmente fitte che le loro sommità, viste dall'alto, 
sembravano tappeti di muschio su cui si sarebbe potuto camminare..."

Il massacratore degli dei chiederà la presenza di uno di loro che possa essere in grado di aiutarlo nella sua impresa, ma Lazlo farà di tutto pur di essere portato con loro, anche parlare quella lingua sconosciuta che nessuno capisce, con un tono incerto e dinanzi a tutto il suo popolo. 
Ma sarà proprio grazie a questo intervento che la sua avventura avrà inizio. 
Con una stile di scrittura descrittivo e poetico che non tutti riescono ad apprezzare, l'autrice ci catapulta in un mondo in cui tutto è possibile, un mondo fantastico ma del tutto realistico, un mondo in cui regna la paura per l'ignoto e l'intolleranza verso chi è diverso. 

"Era vero che la paura li teneva in allerta.
Ma a che cosa serviva l'odio?"

Farete la conoscenza di molti personaggi che come Lazlo si faranno amare, ma state certi che non mancheranno anche personaggi che odierete e che alle volte avrete voglia di strangolare. 
Ho letteralmente amato ogni cosa, dalle ambientazioni alquanto realistiche in qui per un breve periodo mi è parso di vedere e visitare, ai personaggi e soprattutto ai loro sentimenti contrastanti che mi hanno permesso di capire a fondo il terrore che ha invaso la città di Pianto.

"Cos'era una persona se non la somma di tutti i 
frammenti della propria memoria ed esperienza:
 una serie finita di elementi,
con un'infinita varietà di espressioni."

Non voglio dirvi altro su questo romanzo, tutto ciò che posso fare è consigliarvi di dargli una chance. Superate le prime cento pagine lo divorerete e nella seconda parte verrete a conoscenza di nuove persone un po'...speciali, diciamo così.
Spero apprezzerete Pianto e amerete Lazlo e i/le ragazzi/e, il finale mi ha lasciata sicuramente spiazzata e con un nodo alla gola che mi porto ancora dietro perciò non vedo l'ora di poter leggere il seguito che ancora non ha una data precisa ma che a quanto pare dovrebbe uscire nei primi mesi del 2019.
Spero di avervi trasmesso almeno un minimo dell'amore che provo verso questo libro e dell'ammirazione che ho per Lainy Taylor che sta diventando una delle mie scrittrici preferite, ha una padronanza della lingua assurda che non può fare altro che incantarti. 
Adesso Francesca vi salta e va a rifugiarsi nel suo angolino e noi ci sentiamo mercoledì con il www.

"Ogni mente è il proprio mondo."

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